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Breve storia di Prato

   

Prato è un comune di 186063 abitanti (http://www.comune.prato.it/prato/htm/ab_oggi.php) famosa in tutto il mondo per la produzione tessile e attualmente è la terza città, sempre  per numero di abitanti, dell'Italia centrale dopo Roma e Firenze e la diciassettesima in Italia dopo Taranto e prima di Brescia.

Prato si trova tra le città di Pistoia e Firenze e si estende per circa 100 km².

Alcuni ritrovamenti testimoniano che le colline intorno alla città erano già abitate sin dall'era Paleolitica. Successivamente la piana venne abitata dagli etruschi.

Nel 1998, nell'area di Gonfianti (al confine con Campi Bisenzio, FI) furono ritrovati resti di una città etrusca (VI secolo A. C.). Grande scalpore suscitò la notizia dato che fino ad allora si pensava che prima del Medioevo non esistesse alcun insediamento nella zona. Gli scavi hanno dimostrato che la città non era affatto trascurabile e di piccole dimensioni tanto che uno studioso ha addirittura avanzato l'ipotesi che potesse essere la mitica Camars (o Clusium), patria del Re Porsenna. Già all'epoca vi si praticava la tessitura e la filatura. Il reperto “l'Offerente” è addirittura esposto al British Museum di Londra.

Poi la città fu abitata dai Romani (vi passa la via Cassia, oggi via Firenze).

I longobardi e i Bizantini occuparono la città nell'Alto Medioevo.

Successivamente si hanno notizie di due villaggi distinti di Borgo al Cornio corrispondenti a quattro strade incrociate scacchiera poco più a sud dell’attuale Piazza del Duomo e di Castrum Prati nella zona della chiesa Santa Maria un castello vicino al Castello dell’Imperatore.

Nell'XI secolo i borghi si fusero e gli Alberti, i signori di Castrum Prati, ottennero l’investitura imperiale di “Conti di Prato”. Nello stesso periodo grazie alla pescaia del Cavalciotto (nella zona di Santa Lucia, tuttora esistente) veniva incanalate in una fitta rete di gore il fiume Bisenzio che servivano a far girare le gualchiere, cioè gli opifici tessili.

Nel 1107 l’abitato si costituiva come libero Comune. Nei due secoli successivi, grazie alla prosperosa industria della lana si raggiunsero i 12000 abitanti. Nello stesso periodo giunse una reliquia che ancora oggi ha una fortissima devozione: la Sacra Cintola.

Nel 1326 la città si sottomise alla Signoria di Roberto d’Angiò, re di Napoli. Il 23 febbraio 1351 Giovanna d'Angiò vendetta la città a Firenze per 17500 fiorini d’oro. Da allora la città rimase successivamente legata fino ai giorni nostri.

Nonostante questo, Prato continuò a svilupparsi nei secoli seguenti seguendo le sorti di Firenze (i Medici, poi la Repubblica Fiorentina). Il 29 agosto 1512 l'esercito della Santa Lega (creata tra il Papa Giulio II e gli Spagnoli) cinse d'assedio, conquistò e devastò Prato. Tale saccheggio (noto come Sacco di Prato) iniziò il declino della città che durò per molti anni.

Nel 1653 Prato ottenne lo status di Città e di Diocesi (con il Vescovo in comunione con Pistoia). Per festeggiare ciò, venne fatta realizzare a Ferdinando Tacca la Fontana del Bacchino, ancora oggi visitabile nell’atrio del Palazzo Comunale. La fontana visibile in Piazza del Comune è una copia costruita nel 1900.

Con l'Unità d’Italia nel settore tessile si ebbe una fortissima industrializzazione e cominciò un'incredibile crescita demografica che ha portato la popolazione dai 50000 abitanti del 1900 agli oltre 186000 attuali.

Dopo la grande immigrazione proveniente dal sud Italia, a partire dagli anni novanta la città è stata meta di immigrazione extracomunitaria. E' soprattutto la comunità cinese proveniente dalla provincia di Wenzhou (tra clandestini e legali si calcola siano circa 15-20000) a dominare la scena cittadina. In alcuni quartieri la concentrazione è tale che i negozi hanno insegne e cartelli in sola lingua cinese (soprattutto nella zona attorno a via Pistoiese, prendendo così il nome di Chinatown).

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