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Francesco di Marco Datini

 
Immagine prelevata da http://www.istitutodatini.itFrancesco di Marco Datini nasce a Prato attorno all'anno 1335. Orfano in tenera età di entrambi i genitori, morti nell'epidemia di peste del 1348, dopo un apprendistato nelle botteghe fiorentine per imparare l'arte della mercatura si trasferì nel marzo 1350 ad Avignone, sede papale e centro di richiamo per i mercati di tutta Europa. Nella città francese mise insieme anno dopo anno un eccezionale patrimonio finanziario, operando con una sua compagnia d'affari. Quando tornò a Prato, nel 1382, lo accompagnava già la fama di uomo di successo, fissata nell'appellativo di "Francesco ricco". Il matrimonio celebrato in Avignone con la fiorentina Margherita di Domenico Bandini, fu dettato, pare, più dall'amore che dal calcolo. Nella sontuosa dimora che Datini si fece costruire a Prato, egli intese esibire pubblicamente il successo conseguito; al tempo stesso volle sperimentare un'abitazione di tipo nuovo, non più casa fortezza, ma casa di delizie, di agi, luoImmagine prelevata da http://www.po-net.prato.itgo di mecenatismo e di socialità urbana. La dimora era il cuore della casa d'affari, ufficio della contabilità e fondaco al tempo stesso, vertice di una piramide costruita con molteplici succursali inaugurate nei luoghi strategici dell'economia europea (Avignone, Firenze, Barcellona ecc. ). Da Prato Francesco Datini dirigeva un'intensa attività finanziario-bancaria e conduceva fitti scambi commerciali, in particolare di tessuti, spezie, olio e prodotti alimentari, lungo una rete di rapporti intessuti tra Spagna, Francia, Belgio, Inghilterra, Egitto, Tunisia e paesi orientali. Conduceva gli affari con un sistema così innovativo da essere successivamente preso a modello dai Medici, i grandi mercanti banchieri fiorentini. Cultore delle lettere e delle arti, mise a riparo il patrimonio e la ricchissima documentazione contabile della sua casa d'affari affidandoli a una fondazione denominata Ceppo dei Poveri, con sede a Prato.
Morì il 16 agosto 1410. Fu sepolto nella chiesa di San Francesco e la sua lastra tombale realizzata da Niccolò di Piero Lamberti è ancora visibile al centro della chiesa stessa.
 
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In Piazza del Comune, davanti al Palazzo Comunale, si trova anche la statua in marmo bianco di Carrara dedicata al mercante di Prato di Antonio Garella (1896), che raffigura il personaggio nell'atto di porgere il testamento ai poveri, i quali furono i destinatari delle sue immense ricchezze attraverso l'istituzione dell'Ospedale del Ceppo. Il piedistallo presenta bassorilievi in bronzo sulla vita del celebre mercante.
 
     
   
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